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Capelvenere (22-11-2000)


Parole chiave: Adiantum capillus-veneris; Capelvenere; Appartamento; Piante in casa


Domanda: Caro Larkie,
abito a Melano, vicino a Lugano, alle pendici del Monte Generoso.
Eccomi con un problema a cui non riesco proprio a porre rimedio: i miei due capelvenere!
Dalla fine dell'estate sto cercando di "recuperarli", ma tutto sembra sempre impossibile: ora sono praticamente in "terapia intensiva". Si stringe il cuore a vederli, si stanno seccando, e nonostante io li tenga controllati, gli nebulizzi le foglie... nulla.
Credo che il problema sia legato al riscaldamento, serpentine elettriche sotto il pavimento. Così ho spostato i vasi più in alto, lontani, ma nulla è cambiato. Forse non è tanto la temperatura quanto piuttosto l'aria troppo secca?
Che fare? Non posso certo metterli fuori, morirebbero subito. O forse potrei provare con la lavanderia, locale chiuso e riparato ma non riscaldato? Potrebbero riprendersi?
O forse devo provare a potarli?
Resto fiduciosa in attesa di consigli per riavere le mie "cascate verdi".
GRAZIEEEE
Laura C. R. - Melano (Lugano) CH

Risposta:Cara Laura,
parliamo pure dei tuoi Capelvenere sofferenti. E vediamo se li salviamo :@)
Anche se devi sempre considerare che ogni pianta ha bisogno di un periodo annuale di riposo vegetativo e che il fatto che qualche fronda si secchi in autunno è da ritenersi fisiologico.


  • Ambiente e luce:
    Tieni presente che il grazioso Adiantum capillus-veneris è una felce, e che spesso nelle nostre campagne la si trova spontanea, abbarbicata sui muri all'interno dei vecchi pozzi che stanno nelle aie. Questo ti dice che la pianta ha bisogno di atmosfera umida e fresca, che non scenda mai sotto i +7 gradi, ma fresca, in inverno. Perciò eviterei di tenerla in casa quando c'è il riscaldamento in funzione. La lavanderia, in una posizione illuminata ma senza i raggi diretti del sole, sarebbe proprio l'ideale. Eventualmente appendi i vasi al soffitto di fronte alla finestra. Se ti è possibile lascia sempre un po' d'acqua sparsa sul pavimento, in modo che l'atmosfera si mantenga umida, proprio come all'interno di un pozzo.
  • Irrigazione:
    Il terreno non si deve mai seccare completamente, ma non deve mai essere allagato. Per questo serve un buon drenaggio. Ed attenzione continua: dagli un po' d'acqua tutte le volte che noti che la superficie del terreno comincia ad asciugarsi. Utilizza sempre, se puoi, acqua piovana; in mancanza va bene la minerale non gassata. Nebulizza spesso le foglie; in estate almeno due volte al giorno. Soprattutto per questa operazione è indispensabile non utilizzare l'acqua calcarea dei rubinetti, che coi suoi residui può ostruire i pori delle foglioline.
  • Terreno e rinvaso:
    In primavera, verso aprile, rinvasale entrambe in un contenitore non troppo piccolo e con un buon drenaggio di cocci e di palline di argilla nel fondo. Non mi dici quanti anni hanno o come sono grandi le tue piante, comunque tieni presente che per una pianta adulta e di buono sviluppo puoi usare un vaso di 25 cm., forse meglio se fatto a conca invece che a tronco di cono. Usa un terriccio di 3 parti di torba, una parte di terriccio di giardino e una parte di sabbia grossa di fiume. Aggiungi anche un cucchiaio di calcare sbriciolato (puoi mettere del vecchio intonaco polverizzato oppure, meglio, della polvere di marmo). All'inizio di ogni primavera spargi sul terreno un cucchiaino di farina d'ossa. Poi ogni 15 gg circa, assieme all'acqua di annaffiatura, dagli un po' di concime liquido per piante verdi (ma non superare le dosi consigliate nel flacone).
  • Potatura e moltiplicazione:
    Il Capelvenere non richiede di essere potato. Togli però tutti i rametti che si sono seccati in maniera da dare spazio e aria a quelli ancora vitali. Quando fai il rinvaso preleva un pezzo di rizoma ben sano e vigoroso, con attaccate almeno due fronde, e mettilo in un vasetto a sé, col terriccio che ti ho detto, appena due cm. sotto il filo del terreno. Cura sempre molto la frequenza di irrigazione.
    Se poi le tue piante sono vecchie e si sono infoltite troppo nel vaso (forse potrebbe essere questa una delle cause della sofferenza attuale?) a primavera dovrai dividere i rizomi staccandoli con le mani e forzando le dita all'interno della zolla. Così da una pianta ne farai due o più.
  • Parassiti:
    I Porcellini di Sant'Antonio (Porcellio, oppure Oniscus, quella specie di piccoli armadilli grigi che si arrotolano a pallina quando sono spaventati) spesso danneggiano le radici per nutrirsene. Se ci sono, li vedi quando fai il rinvaso. Raccoglili e buttali via, su un prato. Perchè ucciderli? La maledizione del Santo potrebbe colpire... :@))

Spero di sentire presto buone notizie dal fronte del Capelvenere.
Ciaoooo...

Larkie




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