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Che fare dell’Albero di natale? (11-12-2000)


Parole chiave: Albero di Natale; Abete rosso; Picea abies


Domanda: Ciao, sono Silvia.
Ti avevo chiesto consigli per una gardenia che non godeva di ottima salute, ricordi? Bene! quell'esperienza mi ha fatto capire che... e' meglio prevenire che curare. Meglio creare l'habitat giusto nel quale far crescere una nuova pianta piuttosto che correre poi ai ripari. In quest'ottica ho bisogno nuovamente del tuo aiuto.
Ho acquistato di recente un alberello di Natale: e' piccolo e con radici. Per il momento l'ho sistemato all'aperto su un balcone, perche' non voglio prolungare oltremodo la sofferenza di una vita al chiuso.
Vorrei sapere quali cure dedicargli (quanto bagnare, vaporizzare, concimare) finche' rimane fuori e quando lo mettero' in casa.
Secondo te ci sono possibilita' che riesca a sopravvivere fino all'anno prossimo e oltre? In che modo?
Silvia G. - Bogliasco (GE)

Risposta:Cara Silvia,
vedo che hai ancora problemi con la spedizione dei msg dal sito.

Leggo anche che la lezione sul prevenire piuttosto che curare l'hai appresa bene (Ante languorem adhibe medicinam sta scritto nell'Ecclesiaste...) e me ne felicito.

Quanto al tuo Albero di Natale (Abete rosso:Picea abies) in tutta coscienza dovrei augurarmi - no, non maledirmi! - che non sopravvivesse al trattamento a base di addobbi natalizi e di calore termosifonico.
Perché?
Perché uno dei più consistenti inquinamenti ambientali nelle nostre città è dovuto proprio all'abitudine di piantare nei giardini gli Alberi di Natale sopravvissuti dopo le feste. Autoctona nell'Italia del Nord, la P. abies è una pianta che soffre in climi che non siano quelli delle grandi foreste alpine e di alcune rare zone dell'Appennino settentrionale.
Invece oggi lo vediamo sempre più spesso stentare nei giardini di tutta la penisola, giù giù fino alla Sicilia. Con grave pregiudizio per l'integrità ambientale. Aggiungi a questo il fatto sgradevole che la caduta continua di aghi (anche le sempreverdi perdono le foglie! solo che lo fanno in continuazione, per tutto l'anno, a mano a mano che se ne producono di nuove) provoca una progressiva acidificazione ed asfissia del terreno sottostante, nel quale poi non si riesce più a far nascere neppure l'ombra di un praticello.

Per questo, se riuscirai a farlo sopravvivere, ti consiglierei di non tenerlo in terra nel giardino bensì di metterlo, in febbraio, in un grande contenitore da collocare sul terrazzo o in una zona pavimentata, all'aperto, con almeno 5 ore di sole quotidiano. Non ruotarlo mai, ma lascialo lì, immobile per tutta la sua vita. L'anno prossimo potrai addobbarlo e trasformarlo in un bell'Albero di Natale all'aperto.
Il contenitore ideale sarebbe un bel mastello di legno di rovere alto 70 e del diametro di 90/100 cm. In qualche Garden Center possono procurartelo. Potrà viverci per parecchi anni.
Nel frattempo che fare della bestiola? Tienilo all'aperto fino all'ultimo momento, prima di portarlo in casa, e quando lo fai fallo gradualmente, nel giro di alcuni giorni, procurando che lo choc da variazione di clima sia il più possibile attutito. Fa' in maniera che abbia sempre il terreno umido, e che altrettanto umida sia l'aria dell'ambiente. Nebulizza le foglie ed il tronco un paio di volte al giorno. Apri spesso le finestre specialmente nei giorni di nebbia, e la notte lasciale solo accostate, con almeno 4/5 dita di fessura. Per il periodo delle festività dovrai sopportare tu qualche disagio, per il bene suo...

Il giorno 7 gennaio, appena passata la Befanìa, alle ore 6:00 del mattino subito lo disaddobbi, lo prendi e lo metti in terrazza o in giardino col suo vaso.
E va bene... anche se sono le 9:45 fa lo stesso, ma fallo subito entro la mattinata! ;@)
Nel fare questo trasloco, estrai delicatamente la pianta dal vaso afferrandola per la base del tronco, controlla che le radici siano buone e sane, e poi rimettila subito dentro.
Se le radici sono dei semplici monconi, tagliati brutalmente per farle entrare nel vaso, lascia perdere e non preoccuparti: la pianta non sopravviverà che per pochissimi giorni, forse mesi.
Se invece le avrai giudicate buone, e ricche di barbe giovani, in febbraio ti procurerai il mastello, in cui predisporrai un efficiente strato di drenaggio al fondo con 3/4 cm. di palline di argilla espansa, e vi metterai a dimora l'abete. Usa un terreno composto da terra di giardino, terra di sottobosco e terra di erica (oppure torba) in parti uguali, con l'aggiunta di un po' di sabbia grossolana di fiume lavata.
Nel fondo del mastello, dimenticavo, sopra le palline di argilla, metti uno strato di terra, uno strato di letame bovino o equino ben maturo (di almeno 2-3 anni), ed altra terra in modo che le radici dell'albero non siano in contatto diretto col letame. L'albero lo toglierai dal vaso con tutta la sua zolla intatta, mettilo in posizione e rincalzalo col terriccio che ti ho descritto, avendo cura che il colletto delle radici stia al livello del terreno, e che quest'ultimo resti 4/5 cm. sotto l'orlo del contenitore. Nel far ciò, tieni presente che un po' per volta il terriccio si compatta e che tende ad abbassarsi col tempo.
Mantieni sempre la superficie del terreno coperta da uno strato di 6-8 cm di frammenti di corteccia di pino (bark: si trova in sacchi da 20 lt), se riesci a fare in modo che i merli non te ne facciano scempio. Questa pacciamatura, ottima, farà sì che il terreno resti a lungo fresco ed umido e proteggerà le radici dal gelo (ma quale gelo, a Bogliasco?...) in inverno.
Non dimenticare di annaffiarlo abbastanza spesso e che il terreno resti SEMPRE un po' umido (dico UN PO', non allagato...). Ogni 15 giorni dagli un concime liquido con l'acqua di annaffio, ed ogni anno, a primavera, spargi e mescola al terreno un paio di pugni di concime ternario bilanciato.

Se sei fortunata, ti verrà una bellissima pianta, nonostante tutte le cattiverie che ne ho detto...

Larkie




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